Fantasmi Femminili in Sardegna

Molti luoghi sono spesso permeati dalle storie che l’uomo, fin dai tempi più antichi, ha raccontato su di essi. Leggende, antiche cronache e racconti popolari che, col tempo, finiscono per diventare rappresentativi di un territorio. In Sardegna, senza dubbio un buon patrimonio di storie ha per protagoniste entità disincarnate, ossia spiriti di defunti, i quali per qualche ragione popolano ancora questa nostra dimensione. Tra queste figure, poi, vi sono spesso i fantasmi femminili. Giovani donne morte di parto o scomparse tragicamente, spietate assassine, bambine, dame bianche e così via. In questo breve articolo riporto alcune di queste emblematiche figure.

Le Panas.

Tra i fantasmi della tradizione sarda figurano le Panas, gli spiriti delle donne morte di parto. Secondo la leggenda la Paiana, come viene anche chiamata, era costretta a lavare per sette anni consecutivi i panni infantili vagando di notte per lavatoi, pozze o ruscelli. Se ci si imbatteva in una Panas era necessario, al fine di non scatenarne l’ira, evitare di interrompere il suo rito. Se ciò fosse avvenuto, l’anima penitente sarebbe stata costretta a ricominciare daccapo. Essa avrebbe inoltre lanciato i panni bagnati addosso al malcapitato condannandolo a morire entro un anno o, nel migliore dei casi, ad affrontare una lunga malattia.

Remo Branca, Donna che lava i panni, 1938.

Il fantasma di Donna Violante.

Enigmatica figura della storia sarda, la contessa Violante Carròs (o Carroz) viene spesso ricordata come persona avida e spregiudicata. Tutta la sua vita fu costellata da tragedie che culminarono con un efferato omicidio del quale fu accusata in tarda età. La sua movimentata esistenza non si concluse con la morte. Infatti, il sarcofago della nobildonna, collocato all’interno della chiesa di S. Francesco di Stampace, a Cagliari, fu profanato quando la chiesa e il convento erano ormai in stato d’abbandono.

Il suo spirito non troverebbe pace. C’è chi afferma di averla vista nei pressi dei ruderi del chiostro e le sue raccapriccianti urla uscirebbero dalla cella sotterranea in cui si dice passò l’ultima parte della vita per espiare il delitto commesso. La sua presenza si manifesterebbe con folate di vento gelido, con lo spostamento e la sparizione di oggetti e con rumori inspiegabili. Il suo spirito irrequieto si dice sia stato visto vagare anche nel Castello di S. Michele sempre a Cagliari e nei pressi del Castello di Quirra altra antica proprietà della famiglia.

Il fantasma di Laconi.

Tra le leggende di fantasmi non è raro trovare quelle che raccontano di misteriose dame la cui morte sarebbe legata a delitti passionali e storie d’amore finite tragicamente. A Laconi, paese situato nell’altopiano del Sarcidano, si racconta, ad esempio, la triste vicenda di una giovane che non volendo sposare l’uomo che il padre le aveva scelto fu per questo murata viva nel Castello degli Aymerich. Il suo fantasma si aggirerebbe ancora in cerca di vendetta.

Johann Heinrich Füssli, Wolfram guarda la moglie nella cella dove l’ha imprigionata con lo scheletro del suo amante, 1812-1820.

Zaira, la bambina che gioca col cerchio.

Nel Cimitero Monumentale di Iglesias si narra la storia della piccola Zaira Deplano Pinna. Figlia del notaio Ernesto Deplano e Fanny Pinna, la famiglia abitava nella centrale via Martini. Purtroppo a causa di una meningite fulminante la bimba morì ad appena sei anni il 14 luglio 1901. La splendida statua in marmo che orna la sua tomba fu realizzata dal celebre scultore Giuseppe Sartorio che ne eternò così l’immagine. Ben presto la credenza popolare attribuì all’opera la facoltà di animarsi. Allo scoccare della mezzanotte la bambina abbandona la sua colonna e corre lungo il cosiddetto ‘viale dei bambini’, al centro del camposanto, dove si trova tumulata assieme alle salme di altri bimbi. Anche il 2 novembre sarebbe un giorno propizio alla sua apparizione, facendo capolino sui tetti del centro storico di Iglesias e chiedendo ai bambini che incontra se vogliono giocare con lei. Se un bambino avesse la malaugurata sorte di trovarsi di fronte questo spettro e dovesse accettarne l’invito si dice che morirà entro l’anno.

Al momento in cui scrivo purtroppo la statua della piccola Zaira non è visibile nel cimitero perché già da parecchi anni, in seguito ad atti vandalici è stata portata al sicuro in attesa di restauro che, in base alle notizie in mio possesso dovrebbe avvenire a breve o forse è già in corso. Restiamo, dunque, con la speranza di poter nuovamente ammirare tra non molto tempo questo piccolo capolavoro di scultura.

Giuseppe Sartorio, statua dedicata alla piccola Zaira, Cimitero Monumentale di Iglesias.

 

Femminedda, il fantasma del nuraghe.

A S. Antioco, in località Maladroxia, si racconta la storia di una misteriosa dama che comparirebbe nei pressi di un nuraghe diroccato. La leggenda narra di una donna che fu accusata di qualche reato o colpa non meglio definita e che, per questo, venne sommariamente giustiziata in quel luogo. Fu decapitata e il suo corpo seppellito in una chiesa sconsacrata fuori dal paese, mentre la testa nascosta da qualche altra parte. Sarebbe questa la causa dell’infestazione del nuraghe, dove l’anima della donna rinominata Femminedda è destinata a vagare fino a quando la testa ed il corpo, finalmente riuniti, non vengano sepolti in terra consacrata.

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