Le “Tracce” di Orlando il Paladino.

Orlando il Paladino, Incisione di Gustave Doré.

 

Nel 778 i Paladini di Carlo Magno superarono i Pirenei baschi, conquistarono Pamplona, tentarono invano di espugnare Saragozza, quindi varcarono di nuovo i Pirenei per rientrare in Francia. Fu nella gola di Roncisvalle che la retroguardia delle truppe di re Carlo venne massacrata dai cattolicissimi baschi, stanchi delle ruberie e dei saccheggi dei franchi (ma la leggenda preferì attribuire il massacro agli “infedeli” arabi); tra i Paladini si trovava Hrodland (Hruodlandus, o Orlando, o Rolando) già noto per le sue imprese in Italia tra il 773 e 778.

Questi combatté fino all’ultimo, menando gran fendenti con la sua spada Durlindana, guadagnandosi un posto nella leggenda: a partire dalla “Chanson de Roland”, scritta da un autore anonimo attorno al 1100, Orlando divenne protagonista di un vasto ciclo di opere, che comprendono i famosi poemi del Boiardo “L’Orlando innamorato” (1487) e dell’Ariosto “L’Orlando Furioso”.

Le tracce “fisiche” del passaggio di Orlando e dei suoi Paladini (a volte considerati dalla tradizione come invincibili giganti) sono ancora visibilissime, almeno secondo il folklore in tutta Europa e non solo. Tra i segni più evidenti delle prodezze di Orlando vi sono macigni, rocce e scogli spaccati dalla spada Durlindana. Queste rocce paiono rovinate dai suoi micidiali fendenti forse causati nel momento in cui impazzì trovando incisi sopra un masso i nomi dell’amata Angelica e di Medoro, il suo rivale in amore. In tutta Italia, anche se ci sono zone più battute di altre, possiamo trovare le “tracce” della furia di Orlando; dalla Val di Susa alle Puglie (dove sorgono i dolmen della Chianca dei Paladini, quello di Cisternino e l’edificio di Patù denominato le Centopietre, tutti attribuiti ai Paladini) fino ad arrivare in Sardegna. Il passaggio di Orlando è infatti, come detto, sempre caratterizzato da profonde modificazioni del paesaggio, che egli avrebbe “scolpito” spezzando rocce a colpi di spada oppure innalzando poderosi megaliti. La paternità di Orlando (nato da un amore adulterino tra Berta, sorella di Carlo Magno, e lo scudiero Milone di Chiaramonte) è disputata dalle cittadine di Sutri (Lazio) e di Imola (Emilia-Romagna).

Curiosa roccia caratterizzata da una profonda fenditura nei pressi di Suni (Oristano).

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